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PATCHWORK THEORY. DAL POSTMODERNISMO ALL'IPERTESTO, Mimesis, Milano 2001
Il percorso delineato in questo libro illustra la metamorfosi del nostro clima culturale in un momento nodale di passaggio quando la teoria critico-letteraria esaurisce le sue potenzialità, trova un temporaneo pretesto per sopravvivere negli studi culturali e finisce poi per confondersi nell'orizzonte di una nuova universalità di volta in volta mediata, esaltata o denigrata sotto il nome di globalizzazione. I vari saggi di questo libro si aprono su un orizzonte teorico decostruzionista localizzato nella scuola di Yale. Si interrogano poi sullo statuto del nuovo ruolo dell'intellettuale umanista nell'epoca della accelerazione mediatica, e affronta quindi l'analisi di alcune tra le opere più significative di ciò che, con un termine ormai non più sufficiente, è stato chiamato postmodernismo. Si tratta di autori come David Lodge, D.M. Thomas, Peter Ackroyd, Shelley Jackson. Quest'ultima in particolare, con l'acclamato Patchwork Girl, è l'artista capace di collegare i migliori risultati di una scrittura letterariamente alta alla plasticità compositiva permessa dall'ipertesto.